Una fuga qui è sempre gradita!
Abbiamo fatto il carico di ossigeno e di passi. Tre giri, “non tanto lunghi, eh” (S. dixit…).
Primo giro: giornata limpida, ergo sul crinale. Per diminuire il dislivello (e la lunghezza soprattutto della discesa) lasciamo la macchina nel parcheggio alle Due Pozze e partiamo di lì a piedi, lungo la strada forestale che sale, in maniera molto graduale. Al bivio, deviamo verso il forte di Naole: è una splendida conca erbosa, abitata da marmotte, che mi piace sempre moltissimo. Recentemente è stato aperto un nuovo rifugio, con caffè rigorosamente fatto con la moka. Si sbuca alla Bocchetta di Naole, da cui si apre la visuale sulla Lessinia: nuvole alte, cieli azzurrissimi e gli immancabili parapendii. Dopo una breve salita si raggiunge il crinale, da cui il panorama è a 360 gradi: a destra i Lessini, a sinistra il Garda. Blu su blu. Camminiamo lungo la cresta del Costabella fino ai rifugi, Fiori del Baldo e Chierego, nonostante sia un giorno feriale incontriamo parecchi camminatori, molti stranieri. Una nuvola si impiglia, come spesso accade, sulla cima e, un po’ infreddoliti, preferiamo non attardarci e scendiamo lungo la stessa strada forestale.
Secondo giro, giusto una “passeggiata tranquilla”…non faticosa, ma alla fine saranno 18 km. Partiamo a piedi da casa, salendo dalla Val da Sacco (ripido il primo tratto) al Pralongo, pascoli erbosi di mucche e cavalli, fino alle Due Pozze. Da qui, invece di andare verso il Costabella, imbocchiamo la strada bianca, frequentata da molti MTBikers, che gira attorno al monte, costeggiando una serie di malghe: Colonei di Pesina, Colonei di Caprino, Malga Valfredda (e proseguendo, la Malga Ime, dove si mangia magnificamente). Oggi la giornata è umida e il cielo offuscato, si indovina a malapena il lago, ma la strada è un bel saliscendi, si attraversano diversi tratti boscosi, fino a sbucare all’aperto, sotto la malga Colonei di Pesina, tra prati, cavalli e un paesaggio decisamente prealpino. Basta girare appena l’angolo e il paesaggio cambia improvvisamente: il versante assolato, a sud, è pura macchia mediterranea, sembra l’entroterra dell’isola del’Elba. Ci sediamo su un sasso comodo appena prima di Colonei di Caprino, al sole, a mangiare qualcosa, prima di tornare indietro.
Terzo giro: “questa è una passeggiata, davvero..:” (S. dixit, sempre). Val Trovai. Uscendo dal paese il primo tratto è asfaltato e in ripida salita, poi si cammina in leggera discesa lungo la strada che costeggia la spaccatura della valle. Si arriva al primo tornante, dove inizia la ripidissima discesa di Punta Veleno e dove si imbocca il sentiero che conduce verso malga Brione e malga Zovel. È un sentiero di sassi e foglie in un bel bosco ombroso, con scorci sul lago fra le foglie. Purtroppo, man mano si procede, il sentiero è sempre più rovinato, fino ad un tratto in cui è franato, per cui decidiamo (complice l’orario) di non proseguire. Non prima di aver fatto un aperitivo comodamente seduti sulle panchine al sole all’inizio del sentiero, vista lago.
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