Quando si dice il caso: vedo una foto di un luogo di cui ho sentito parlare diverse volte, ma dove non sono mai stata. Sembra che quelli con le ciaspole nella foto si stiano divertendo proprio tanto!
Faccio un paio di ricerche su internet e la meta è decisa: non è dietro l’angolo, da casa nostra ci vogliono due ore e mezza di strada, ma fortunatamente ad A. piace guidare e io sono sempre curiosa del percorso e non solo della destinazione. Insomma, siamo abituati a goderci anche il viaggio (anzi, talvolta è la scusa per deviazioni strane, che fanno scoprire posti inattesi).
Soprattutto, non ci spaventa svegliarci presto neanche al sabato.
Lasciata l’autostrada e la pianura, ci si staglia davanti sua maestà il Cimone, bianco e luccicante. Siamo diretti proprio nel suo comprensorio, per l’esattezza al Lago Santo Modenese, omonimo del nostro beneamato. Non troviamo la neve per un bel pezzo e un po’ iniziamo a preoccuparci. Ma finalmente, lasciato Pievepelago e iniziata una decisa salita, di neve ne troviamo parecchia…anzi, parecchia parecchia!!!
Il Lago Santo è un luogo facilmente raggiungibile in auto e con diversi rifugi, frequentato tutto l’anno. Il lago vero e proprio, però, non lo vediamo: è coperto di neve. Seguendo altri escursionisti (segnali non ce ne sono), imbocchiamo un sentiero nel bosco che ipotizziamo conduca al Lago Baccio visto nella foto che ci ha attirato fin qui. È un percorso facile nel bosco con una bella visuale verso il Cimone, invaso di sole. Qui invece il sole non c’è, ci sono nuvole, ma non fa freddo per niente e la neve è morbida come se fosse fresca.
In una mezz’ora di facile ciaspolata sbuchiamo in una enorme conca glaciale dove dovrebbe essere il lago, anche questo coperto di neve. Lo strato di ghiaccio è solido, tanto da poterlo attraversare.
Proseguiamo dritti in direzione Monte Rondinaio, dove vorremmo andare. Ma le nuvole sono sempre più basse e poco dopo siamo avvolti nella nebbia. A. mi segue non troppo convinto, mentre io seguo le impronte di ciaspole che ci hanno preceduto.
Purtroppo non si vede davvero molto e, circa a metà salita, ci fermiamo insieme a degli sci alpinisti che stanno provando a salire. Facciamo uno spuntino in attesa di capire come evolverà il tempo. A tratti si schiarisce, schiudendo la vista sulla conca sottostante e sui pendii del bellissimo Monte Giovo. In qualche momento ci illude persino che possa uscire il sole, ma poco dopo siamo di nuovo nella nebbia.
Come al solito, la meta non è importante per noi. Giochiamo su e giù per i pendii con la neve morbida, finchè non decidiamo di tornare a valle, anche oggi molto soddisfatti del nostro acquisto invernale. Possiamo ben dire che è l’acquisto dell’anno!
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