Ferragosto è..Prada!
L’unico posto dove amo trascorrere questo periodo dell’anno, caotico ovunque, ma non qui. Per gli standard di Prada, a dire il vero, questa è “ressa”. Ma si sta divinamente, la tranquillità regna sovrana, la visione del lago induce meditazioni infinite, la notte è accesa di stelle (che tavolta cadono lasciando scie luminosissime).Quest’anno purtroppo, causa non ferie, è una toccata e fuga, anche se sembra molto di più, il tempo senza tempo dilata le ore e i giorni. Le temperature elevate di questi giorni si fanno sentire anche a più di mille metri, si suda copiosamente, non avevo mai avuto così caldo a Prada. Insomma, il riscaldamento globale non sembra solo un modo di dire… Riusciamo a fare due giri a piedi. Una è la canonica passeggiata di ferragosto con i soliti amici, una delle occasioni più gradite dell’anno.
La meta è malga Traure e ci guadagniamo il pranzo con qualche chilometro di passi: scendiamo a Prada bassa per il sentiero vista lago che raggiunge la chiesetta di San Bartolomeo, poi risaliamo per il Pralongo basso e imbocchiamo, poco visibile, la deviazione nel bosco che conduce al Baito dei Santi e alla malga Traure. Il lago è offuscato da troppa umidità, ma la posizione è invidiabile e spira un’arietta niente male. E al ritorno, per lo stesso percorso, è graditissima una sosta all’ombra sui prati che sovrastano la chiesetta di san Bartolomeo. Come godersi il qui e ora!
L’altro giro, immancabile, è sulla cima del monte. Nonostante un’afa importante, obbligo A. a salire, convincendolo che a 2000 metri si starà meglio. Più o meno… Dalla Val da Sacco raggiungiamo la chiesetta della Madonna della Neve e saliamo ancora verso il crinale. In cima, in effetti, c’è un po’ di vento, anche se il sole picchia. Ci sediamo a rimirare il panorama, amplissimo anche se c’è foschia, e a mangiare le nostre gallette e formaggio. Percorriamo tutto il crinale che costeggia la conca di Naole, rimanendo in cresta per godere del venticello finchè ci reimmettiamo sulla forestale che torna alle Due Pozze e da lì torniamo per la Val da Sacco. Il giro, così, diventa abbastanza lungo ma la discesa è molto meno ripida che la diretta. E per rifarci della fatica, una bella piadina home-made!
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